My Journey,  Vivere con PMDD

Una Giornata “Disforica”

Ore 4:17 del mattino. Mi giro e mi rigiro nel letto per il caldo. La sveglia ancora non ha suonato ma mi alzo lo stesso, tanto so già che non c’è modo di riaddormentarmi. Non mi sento molto energica ma potrebbe essere semplicemente che non ho dormito molto bene stanotte (voglio essere speranzosa).


Bevo il mio bicchiere d’acqua, mi preparo il mio solito tè matcha (in versione fredda durante l’estate) ed esco fuori. Soffia un venticello fresco. Chiudo gli occhi, mi lascio accarezzare il viso e spero che questa freschezza riesca a svegliare il mio cervello. Adoro la brezza del mattino presto, quando il cielo è ancora grigio e aspetta che il sole lo illumini. Adoro alzarmi presto al mattino, soprattutto in estate e godermi le mie due ore di pace, interamente dedicate a me prima che tutti si sveglino, osservare il mondo che pian piano si desta.


Oggi però mi sento lenta, estremamente lenta. Non solo nei movimenti ma soprattutto mentalmente.Mi siedo alla mia scrivania, guardo il mio diario. Non riesco a scrivere. Non riesco a pensare cosa scrivere… richiudo.
Inizio a leggere il mio libro preferito del momento: Fix Your Period, di Nicole Jardim.Leggo un paragrafo, la mia attenzione evapora e devo rileggere per capire. Poi smetto, chiudo anche quello.


Sento già che ci sono gli ingredienti giusti per un cocktail esplosivo.


Guardo le mie scarpe barefoot… e lì capisco.


Oggi è una giornata disforica! Benvenuto PMDD 🙁

Da un mesetto a questa parte, con l’arrivo della bella stagione e le giornate più lunghe, ho preso l’abitudine di fare una camminata veloce al mattino presto. Indosso pantaloncini corti e canotta, prendo il mio cellulare, le cuffie e metto le mie adorate scarpe barefoot. E’ la parte della giornata che adoro di più; la sera mi addormento tutta contenta pensando alla mia passeggiata del mattino seguente (come quando da bambina vai a letto la vigilia di Natale e non vedi l’ora di svegliarti per aprire i regali sotto l’albero!). Non solo mi sveglia e mi dà la carica per la giornata ma mi aiuta a rilasciare qualsiasi emozione negativa rimasta intrappolata, a pensare con chiarezza e mi dà ispirazione.

Stamattina quando ho guardato le mie scarpe color melograno, non avevo alcuna voglia di indossarle. La mia mente era completamente vuota: nessun pensiero, nessuna desiderio… tabula rasa.

Che faccio? Non ho voglia di fare niente ma so già che se perdo il mio tanto amato momento del mattino poi mi sentirò ancora peggio. Forse potrei fare una passeggiata più breve, o forse sarebbe meglio aprire il tappetino yoga oggi, o…
Basta Francesca, smetti di pensare a cosa fare e fai qualcosa piuttosto! Qualsiasi cosa ma falla.”

Ho indossato le scarpe e sono partita: ho fatto una passeggiata più breve, più lenta. Ho lasciato che il mio corpo decidesse quello che poteva fare, senza ansie, aspettative, cronometri. Quando sono tornata mi sentivo meglio: l’annebbiamento, la lentezza e la fatica erano ancora lì ma mi sentivo soddisfatta per essere andata.

Qualche tempo fa, la vecchia Francesca si sarebbe martoriata il cervello a colpi di frustate di perfezionismo, avrebbe visto solo l’obiettivo mancato. La Francesca di oggi, invece, non ha pensato, ha semplicemente ascoltato il proprio corpo e sentito che stava meglio. Era contenta per essere andata e aver fatto quella passeggiata, seppur breve ma meglio di nulla. Ha accettato i propri limiti, ha parlato a se stessa con amore e compassione.

Tempo fa lessi da qualche parte “Parla a te stessa come parleresti a tua figlia”. Quella frase cambiò tutto.

Non mi sognerei mai di parlare a mia figlia nel modo in cui ero solita parlare a me stessa: severa, critica, sempre a giudicare, a guardare gli obiettivi mancati anziché quelli raggiunti.
Oggi mi voglio più bene.

Ore 7:00. Faccio colazione. Una delle mie recenti scoperte (che si è subito inserita tra le mie preferite): gallette gluten-free con burro di mandorle, banana a fette, cocco rapè, cannella, noci tritate. Avevo fatto il burro di mandorle in casa il giorno prima e non vedevo l’ora di provarlo!

Mentre metto a posto sento dei passettini venire verso la cucina… la mia piccolina si è svegliata. Entra in cucina portando con sé il cuscino, il suo amato Simba (senza il quale non può dormire) e un altro paio di cuscini, non si sa mai stiamo scomodi!

Dopo qualche minuto, sento subito che la mia pazienza vacilla: oggi, infatti, non ho proprio voglia di ripetere di mettere le scarpe e fare i capelli all’infinito e girare da una stanza all’altra mentre lei va alla ricerca di nuovi stimoli per la giornata. Oggi non ce la posso proprio fare. Riusciamo a vestirci ma sento che il dialogo sta per prendere una brutta piega: lei riflette il mio nervosismo.

Fino a qualche tempo fa, pensavo che la mia irritabilità iniziasse quando lei era più nervosa o faceva più capricci. Poi ho realizzato che è esattamente il contrario: lei capisce quando non mi sento bene ancora prima che lo capisca io. Lo fiuta a distanza, lo legge nei miei occhi, nella mia espressione, lo avverte dal mio tono di voce. E quando l’ha capito, è finita! Diventa irrequieta e cerca di starmi alla larga. Da lì, ogni occasione è buona per far sì che la palla di neve scenda giù ingrossandosi sempre di più fino a esplodere quando si scontra a terra.

Stamattina ho abbandonato la nave prima della tempesta: ho chiesto aiuto. Qualcun altro doveva finire di prepararla e accompagnarla a scuola. Io avrei fatto solo danni, avrei detto qualcosa di cui mi sarei pentita il secondo dopo (come è già accaduto altre volte) o perso la pazienza e urlato (ancora peggio, odio urlare).

Ore 8:30 del mattino… acne, irritabilità, mancanza di concentrazione, annebbiamento del pensiero, mancanza di energia e motivazione, depressione. Sono già stanca. Prevedo che questa sarà una lunghiiiiissima giornata (disforica).

PS: Alla fine sono riuscita a mettere i miei pensieri nero su bianco e scrivere questo articolo. Questo è stato il mio spiraglio di luce in questa giornata buia.
Grazie per aver letto!

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