Il mio viaggio,  Vivere con PMDD

Cosa vuol dire vivere col disturbo disforico premestruale (PMDD)

PMDD è l’acronimo di Premenstrual Dysphoric Disorder o, in italiano, Disordine Disforico Premestruale (DDPM).

Molto probabilmente sai già di cosa sto parlando ma nel caso non ne avessi mai sentito parlare o semplicemente hai bisogno di più chiarimenti, riporto qui sotto la definizione usata da ITA-PMS, l’associazione leader in Italia che si occupa di questo disturbo.


Cosa è il disturbo disforico premestruale (PMDD)?

PMDD – (Premenstrual Dysphoric Disorder) o DDPM (Disturbo Disforico Premestruale) è una patologia di cui soffre dal 3% all’8% delle donne. È causato da una alta sensibilità alle normali fluttuazioni ormonali che ricorrono ad ogni ciclo.

Il DDPM è una condizione fisio-patologica caratterizzata da sintomi fisici, psicologici e comportamentali che ricorrono regolarmente durante la fase luteale del ciclo mestruale (dal momento dell’ovulazione) e che spariscono o diminuiscono drasticamente con l’arrivo del flusso mestruale.

I sintomi non permettono  di svolgere un tenore di vita funzionalmente efficace. Possono avere un impatto devastante sulla vita sociale e familiare e possono arrivare a causare seri disagi anche in ambito professionale. Ne derivano sentimenti di colpa, frustrazione ed inevitabilmente di depressione che possono culminare con atti di autolesionismo o pensieri suicidi. ​

Sintomi

  • Ansia, cambi d’umore, pianti frequenti
  • Marcata irritabilità e/o rabbia che si riversa sugli altri
  • Profonda tristezza o disperazione, sensazione di perdita di controllo, a volte pensieri suicidi o autolesionismo
  • Sensazione di tensione o ansia
  • Scarso interesse in attività quotidiane e relazioni
  • Confusione mentale, dimenticanze, diminuita capacità decisionale, difficoltà di concentrazione (“foggy head”)
  • Stanchezza marcata, mancanza di energia
  • Attacchi di fame, voglia di cibi particolari
  • Difficoltà nel dormire (troppo o poco)
  • Sensazione di perdita di controllo
  • Gonfiore addominale, tensione mammaria, mal di testa, dolori muscolari, pruriti vaginali.

Una diagnosi di PMDD prevede la presenza di 4/5 di questi sintomi nel periodo pre-mestruale (a partire anche da 2 settimane prima).

Fonte: ITA-PMS (https://itapms.org/sintomi-e-cause)


Sul sito dell’associazione ITA-PMS si trovano un sacco di informazioni e risorse molto utili che non voglio stare a duplicare… Quello che voglio descrivere qui di seguito invece è quello che PMDD significa per me, come mi fa sentire e come interferisce con la mia vita e le mie relazioni.

Cosa vuol dire vivere col PMDD?

PMDD è svegliarsi con una indescrivibile emicrania, come se qualcuno stesse martellando un grosso chiodo dentro la mia testa per tre giorni e tre notti di fila, senza fermarsi. MAI. È sentire che la mia testa sta per esplodere da un momento all’altro perché il mio cuore batte talmente forte che ho la sensazione che esca fuori dal mio corpo.

PMDD è sentire una densa coltre di nebbia che si posa sul mio cervello. Da un giorno all’altro pensare chiaramente diventa impossibile; non riesco ad organizzare né pianificare nulla; non riesco a prendere alcun tipo di decisione… e non parlo qui di decisioni importanti sulla mia vita. Parlo di semplici cose quotidiane come decidere cosa cucinare a cena (pollo o pesce?), cosa indossare la mattina (decidere se jeans o leggings mi mette seriamente in difficoltà). Tutto ciò mi provoca ansia. Un’ insormontabile ansia…

PMDD è non ricordare ciò che io stessa (o qualcuno con cui sto conversando) ha detto un minuto prima e perdere completamente il filo del discorso. È la frustrazione infinita per non essere in grado di portare avanti quella conversazione e trovare una scusa plausibile per uscirne senza essere scortesi o sembrare disinteressata. È rabbia! Rabbia per aver perso una delle mie alleate di sempre (la mia memoria!) su cui avevo sempre fatto affidamento nella vita e trovare invece un nuovo modo di reagire.

PMDD è ritrovarmi in un negozio a fissare il vuoto senza né pensare né guardare a qualcosa di specifico. È non ricordare cosa stessi cercando o cosa dovessi fare lì dentro.

PMDD è sentire dolore in ogni singolo tessuto e osso del mio corpo. Ogni movimento richiede uno sforzo gigante e l’unica cosa che vorrei fare è sdraiarmi e riposare. Quasi mai compatibile con la mia vita di mamma…

PMDD è non guardare il mio cellulare per giorni perché qualsiasi suono o notifica mi provoca ansia. È ignorare messaggi ed email per giorni perché il mio cervello non riesce a mettere due parole insieme per formulare una frase di senso compiuto. Poi, rispondere dopo qualche giorno spiegando che ho avuto dei giorni molto intensi ed impegnati (che, comunque a volte, è anche vero!)

PMDD è stare bene un momento e poi essere totalmente furiosa il momento dopo per nessun motivo apparente. È gestire questa nuova parte di me che mi spiazza e mi confonde perché è diversa dalla Francesca di prima. È essere fuori controllo a tal punto che ogni cosa sembra persa, con l’ansia che cresce fino a toccare livelli inimmaginabili e insostenibili. È sentirmi senza speranza, senza via d’uscita e sola. Tremendamente sola.

PMDD è perdere interesse per le cose che normalmente mi fanno stare bene e che amo fare: yoga, scrivere sul mio diario, sul mio blog, passeggiare, incontrare i miei amici. Non riesco a trovare nessuna motivazione per continuare qualsiasi cosa stessi portando avanti, qualsiasi nuovo progetto avessi in mente. Niente. Zero. Mi sento un fallimento e il mio cervello non fa altro che sabotare qualsiasi mio tentativo di salvataggio.

PMDD è sentirmi talmente stanca ed esausta che potrei chiudere gli occhi e dormire ovunque io sia. È sentire i miei occhi che vogliono chiudersi e non riuscire a tenerli aperti in nessun modo.

PMDD è vedere il mondo che va avanti: tutto corre e si muove. Velocemente. Io sono ferma, inerme, confusa, lenta… estremamente lenta. Lenta nel muovermi, nel pensare, nell’agire, nel parlare, nel ridere e nel piangere. Lenta in ogni mio singolo atomo.

PMDD è prendermi un lungo periodo di malattia dal lavoro perché ho raggiunto (e superato) quello che era il mio limite. Perché, in certi giorni, la stanchezza, le emicranie, la rabbia, la confusione mentale sono stati talmente intensi e insostenibili da riuscire a malapena ad aprire bocca. Lasciamo perdere rispondere a chiamate ed email, partecipare o condurre riunioni e contribuire dicendo qualcosa di sensato ed intelligente.

PMDD è guardare le mie relazioni andare in frantumi e non essere in grado di fare nulla perché non ho nessuna capacità per farlo. È voler mollare tutto ogni singolo dannato ciclo senza nessun fondamento logico (parlo di ciclo e non di mesi perché il mio ciclo è irregolare). Poi la crisi passa… ma i danni causati NO. E con un immenso sforzo cercare di riparare ciò che è stato rotto per riconnettermi nuovamente con le persone che più amo al mondo.

PMDD è non essere in grado di stare con mia figlia perché, in certi giorni, non sono in condizioni per farlo… È rabbia e forza insieme per recuperare il tempo e le opportunità perse. È guardarla venire verso di me con la bottiglietta dei miei oli essenziali in mano così ‘Mamma può stare meglio e il mal di testa monello va vià e sentire gli occhi che mi si riempiono di lacrime. È vederla crescere giorno dopo giorno e pregare, con tutta me stessa, che lei non dovrà mai conoscere tutto questo.

PMDD è guardarmi allo specchio e riconoscere la mia faccia versione PMDD (i miei occhi sono diversi, spenti) e intensamente odiare ciò che vedo. PMDD è convincermi che sono un totale fallimento e non sono degna di essere amata.

PMDD è anche capire quando la versione PMDD di me stessa entra in gioco e non lasciare che vinca!

PMDD è alzare gli occhi dopo la tempesta e guardare le rovine. È raccogliere i pezzi e trovare un modo di rimetterli insieme… DI NUOVO! Ogni singolo dannato ciclo! È ricominciare quel progetto lasciato a metà tre settimane prima; è rispondere a tutti i messaggi e le email non lette sul mio cellulare; è annotare sul mio diario tutti i momenti belli e le cose che faccio ogni giorno per poi ricordarmene quando i pensieri negativi prendono il sopravvento; è guardarmi allo specchio e ripetermi che sono forte e merito di essere amata e che non sono per niente un fallimento. È baciare mio marito e mia figlia e dir loro che li amo infinitamente e che sono grata per la nostra famiglia e ciò che stiamo costruendo insieme. È scrivere su questo blog per dirti che non sei sola e darti speranza e motivazione quando più ne hai bisogno.


E tu, cosa vuol dire per te PMDD? Lascia un commento qui sotto se ti fa piacere o scrivimi a francesca@thepetiteblogger.com. Sarei lieta di ascoltare la tua storia.

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2 Comments

  • Giulia

    Ciao Francesca, ho scoperto il tuo blog andando alla ricerca di informazioni sul PMDD.
    Di PMS ho sofferto fin da ragazza (ora ho quasi 43 anni), ma dalla seconda gravidanza in poi la cosa è peggiorata enormemente. La durata del periodo in cui non mi sento bene è passata da qualche giorno a due settimane, dall’ovulazione al ciclo, e i disturbi da fastidiosi che erano sono diventati invalidanti.
    Quelli fisici sono tutto sommato gestibili: sostanzialmente mi gonfio come un dirigibile, la cosa non mi fa impazzire ma amen, per quel periodo porto dei pantaloni più larghi in vita e stop.
    Quelli psicologici invece sono tutt’altra questione. Di fatto, come tu hai descritto così bene, divento un’altra.
    Il filo conduttore è la depressione, il trovarsi alle sei del mattino a piangere al tavolo della cucina pensando che la mia vita non abbia senso, che sono una persona fallita e non ho realizzato niente di buono, che ho sbagliato a crearmi una famiglia e dovrei lasciare mio marito e i miei figli perché per loro sono tossica. Il dormire poco e male che poi peggiora ulteriormente l’umore. La stanchezza continua e persistente che mi fa stramazzare sul divano o sul letto appena posso. L’indolenza per cui per tirarmi su dal divano ci vuole una gru e la voglia di fare attività fisica mi passa completamente, anche se so che mi farebbe bene. Idem con l’alimentazione, mi trovo tormentata da una fame continua e insaziabile per carboidrati e zuccheri e una contemporanea avversione per la verdura. Per cui proprio nel periodo in cui sarebbe più importante mangiare regolarmente, muovermi e riposare, se ne va tutto in malora.
    È lo spendere centinaia di euro in vestiti, salvo poi chiedermi cosa ci avessi trovato di tanto speciale e pentirmi per i soldi buttati via.
    Lo sgridare i miei figli per ogni cavolata.
    Il pensare ‘è tutto troppo per me, non ce la farò mai a andare avanti’.
    Il vedermi brutta, vecchia, sfatta.
    Il chiedermi se faccia più male buttarsi dalla finestra o imbottirsi di pillole.
    Il passare ore a scrollare compulsivamente il cellulare perché non riesco a fare nient’altro, leggere è troppo faticoso, seguire un film pure, per cui invece di scoppiare a piangere mi metto a vedere reels di gattini e la giornata se ne va così.

    Lentamente ho preso consapevolezza del fatto che questo non è un ‘semplice’ calo di umore e mi sono auto diagnosticata la pmdd. Non so bene come fronteggiarla e a differenza tua essere gentile e paziente con me stessa mi risulta estremamente difficile. Adesso vedrò di sentire la ginecologa e andare a caccia di qualche integratore e vedere se riescono a mitigare almeno un po’ i sintomi, perché la consapevolezza è una gran cosa, ma quando il mostro arriva non riesco a fronteggiarlo e mi rovino intere giornate.
    Grazie per la tua testimonianza e per avermi ascoltata.

    • Francesca

      Carissima Giulia, grazie per la tua testimonianza. Ci vuole una grandissima forza e coraggio per riconoscere la propria vulnerabilità e parlarne apertamente. Aver preso coscienza ed essere arrivata all’autodiagnosi è un grandissimo passo che ti porta verso lo stare meglio. Come probabilmente avrai già letto, non esiste cura per il PMDD, tuttavia ci sono tantissimi trattamenti che attenuano il problema e ti permettono di vivere una vita felice. Essere gentile e paziente con te stessa è difficile, lo so benissimo io che per anni (se non una vita intera) sono stata super dura e critica verso me stessa. Ci vuole tempo ma nulla è impossibile. Gli integratori aiutano tanto, io li prendo regolarmente da qualche anno ormai e hanno fatto tanta differenza. Spero che tu possa trovare un supporto medico adeguato. Per favore scrivimi se ti va e continua a seguirmi nel mio viaggio con il PMDD. Unite è meglio!

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